Crioconservazione degli embrioni
Per la crioconservazione degli embrioni a Napoli, affidati a Megaride, centro specializzato in Fecondazione Assistita.
Indice dei contenuti
- Cos’è la crioconservazione degli embrioni
- Perchè ricorrere alla crioconservazione degli embrioni
- Come funziona il congelamento degli embrioni
- Le fasi della crioconservazione degli embrioni
- Come avviene la fecondazione con embrioni crioconservati
- Quanto costa la crioconservazione degli embrioni
- Sicurezza della crioconservazione degli embrioni
- Quali sono i rischi per i bambini nati da embrioni congelati?
Cos’è la crioconservazione degli embrioni
La crioconservazione degli embrioni è una procedura medica che consente di preservare gli embrioni in azoto liquido a temperature estremamente basse (circa -196°C) per un periodo di tempo prolungato. Grazie a questa tecnica, gli embrioni risultano in uno stato di quiescenza metabolica che ne blocca temporaneamente lo sviluppo, rendendo possibile il loro utilizzo in un momento successivo, anche a distanza di mesi o anni. Il termine più comunemente utilizzato per indicare questo approccio è “congelamento degli embrioni”, sebbene in ambito medico-scientifico si prediliga il concetto di “vitrificazione”, una tecnica di congelamento ultrarapido che riduce la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule, contribuendo a preservarne la vitalità.

Dr.ssa Mirella Iaccarino
Senior Embryologist, Responsabile di Laboratorio del Centro Megaride, MSc Clinical Embryology – University of Leeds, UK
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L’obiettivo principale della crioconservazione è offrire alle coppie che ricorrono a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), una possibilità di conservare gli embrioni per usi futuri, sia in prospettiva di completare la famiglia sia per motivi di salute. Inoltre, la crioconservazione permette di preservare gli eventuali embrioni in eccesso generati durante un ciclo di fecondazione in vitro (FIV), che possono essere utilizzati successivamente, consentendo alla donna di evitare le fasi di stimolazione ovarica e prelievo ovocitario, con minore impatto fisico ed economico.
Fonti internazionali di rilievo come l’American Society for Reproductive Medicine (ASRM) e l’European Society of Human Reproduction and Embryology (ESHRE) hanno pubblicato linee guida e studi clinici volti a dimostrare la sicurezza ed efficacia della crioconservazione degli embrioni, sia in termini di probabilità di gravidanza sia di esiti di salute per il nascituro. Grazie al progresso tecnico e scientifico, i tassi di sopravvivenza degli embrioni crioconservati sono significativamente migliorati rispetto agli anni passati.
Perché ricorrere alla crioconservazione degli embrioni
I motivi che spingono una coppia a scegliere la crioconservazione possono essere diversi:
- Strategia all’interno di un percorso di fecondazione in vitro (FIV): durante un ciclo di FIV, spesso vengono prodotti più embrioni di quanti se ne possano trasferire in un singolo tentativo (generalmente per evitare gravidanze plurigemellari). Congelare e conservare gli embrioni in surplus consente ulteriori tentativi di gravidanza senza dover ripetere l’intero procedimento di stimolazione ovarica e prelievo ovocitario.
- Riduzione dei costi e della complessità dei trattamenti: in caso di insuccesso del primo tentativo di fecondazione in vitro, l’utilizzo di embrioni già crioconservati permette di evitare un nuovo ciclo di stimolazione ormonale e prelievo ovocitario. Questo, in molti casi, si traduce in un minore stress emotivo e in una riduzione delle spese per la coppia.
- Impossibilità di effettuare l’embryo transfer per indisponibilità della coppia (ad esempio per motivi di salute della donna).
- Per applicare i Test Genetici Preimpianto (PGT-A-SR-M) in attesa degli esiti dei test genetici, che richiedono circa due settimane, gli embrioni vengono crioconservati. Una volta ottenuti gli esiti dei test, è possibile procedere al trasferimento in utero degli embrioni privi delle patologie ricercate.
Come funziona il congelamento degli embrioni
Il termine “congelamento degli embrioni” può generare un’immagine poco accurata del processo effettivo. Nella pratica clinica odierna, infatti, la tecnica più utilizzata è la vitrificazione, un congelamento ultrarapido che evita la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule embrionali. Ecco in sintesi come avviene:
- Preparazione dell’embrione: l’embrione da crioconservare viene immerso in una soluzione contenente crioprotettori, sostanze che proteggono le cellule dai danni causati dalle bassissime temperature.
- Vitrificazione: con l’ausilio di specifici supporti (paillettes o cryotop), l’embrione viene esposto a temperature molto basse in pochi istanti, evitando la cristallizzazione dell’acqua intracellulare.
- Conservazione: gli embrioni vitrificati vengono poi immersi nell’azoto liquido all’interno di contenitori criogenici in cui la temperatura rimane stabile a circa -196°C. A queste temperature, il metabolismo cellulare risulta pressoché sospeso, garantendo la conservazione a lungo termine.
- Thawing (scongelamento o “devitrificazione”): quando la coppia decide di procedere con il trasferimento, gli embrioni vengono scongelati in laboratorio attraverso procedure graduali che rimuovono i crioprotettori prima di rimetterli in coltura. Successivamente, si valuta la qualità degli embrioni sopravvissuti al processo e si procede con il trasferimento in utero.
Il costante miglioramento di questa tecnica consente oggi di ottenere alti tassi di sopravvivenza (anche superiori al 90%), con buone possibilità di impianto e di esito positivo della gravidanza.
Le fasi della crioconservazione degli embrioni
Per comprendere a fondo la crioconservazione degli embrioni è utile descrivere le principali fasi che la compongono:
Stimolazione ovarica e prelievo ovocitario
- Si somministrano farmaci ormonali (agonisti o antagonisti del GnRH, FSH, LH) per stimolare la crescita di più follicoli ovarici.
- Quando i follicoli raggiungono la giusta dimensione, si induce l’ovulazione con un’apposita iniezione (generalmente hCG o un analogo).
- Con un piccolo intervento ambulatoriale si procede poi al prelievo degli ovociti (pick-up ovocitario).
Fecondazione in vitro
- Gli ovociti raccolti vengono fecondati in laboratorio con il liquido seminale del partner o di un donatore.
- Gli embrioni iniziano a svilupparsi in appositi terreni di coltura.
Valutazione embrionaria
- L’embriologo valuta lo sviluppo degli embrioni nei primi giorni, classificandone la qualità.
Crioconservazione
Gli embrioni di buona qualità, non trasferiti immediatamente in utero, vengono sottoposti a vitrificazione e conservati in contenitori di azoto liquido, pronti per un trasferimento successivo.
Come avviene la fecondazione con embrioni crioconservati
L’utilizzo di embrioni già crioconservati rende il percorso di procreazione assistita più rapido rispetto a un nuovo ciclo di fecondazione in vitro. In particolare:
- Preparazione endometriale: prima del trasferimento, è fondamentale che l’endometrio (la mucosa che riveste internamente l’utero) raggiunga lo spessore e la recettività ottimali. Questo può avvenire attraverso una stimolazione ormonale (estrogeni e progesterone) o, in alcune pazienti, in modo naturale (monitorando l’ovulazione fisiologica).
- Scongelamento e valutazione: gli embrioni vengono rimossi dall’azoto liquido e sottoposti al processo di scongelamento graduale (devitrificazione). Una volta reidratati e liberati dai crioprotettori, gli embriologi osservano al microscopio la morfologia e verificano la vitalità di ciascun embrione.
- Trasferimento in utero: gli embrioni ritenuti idonei sono trasferiti nella cavità uterina mediante un catetere flessibile. La procedura è solitamente indolore e non richiede anestesia. Dopo il trasferimento, la paziente rimane a riposo per un breve periodo e successivamente potrà riprendere la sua normale attività quotidiana, salvo diverse indicazioni mediche.
- Conferma della gravidanza: dopo circa due settimane dal trasferimento (il cosiddetto “beta hCG test”), si effettua il dosaggio dell’ormone hCG nel sangue per verificare la corretta instaurazione della gravidanza.
Sicurezza della crioconservazione degli embrioni
La crioconservazione degli embrioni è considerata generalmente sicura e ben consolidata in ambito medico. Gli studi scientifici internazionali, come quelli pubblicati su riviste specializzate (ad esempio “Fertility and Sterility” o “Human Reproduction”), sottolineano che i tassi di successo in termini di gravidanza e parto a termine con embrioni congelati sono confrontabili a quelli ottenuti con embrioni freschi, con percentuali di successo che possono superare il 40-50% a seconda dell’età materna, della qualità embrionale e del protocollo di stimolazione impiegato.
Dal punto di vista biologico, la vitrificazione ha migliorato notevolmente i risultati rispetto alle metodiche di congelamento lento, riducendo i danni dovuti ai cristalli di ghiaccio. Ciò ha portato a una più alta sopravvivenza degli embrioni post-scongelamento e a un minor tasso di complicanze nel successivo impianto.
La sicurezza di questo processo si basa su:
- Accuratezza nei protocolli di laboratorio: il centro Megaride segue rigorosi standard qualitativi che garantiscono un monitoraggio costante delle procedure e dell’azoto liquido.
- Tracciabilità degli embrioni: ogni embrione è etichettato in modo univoco, per garantire la corrispondenza tra embrione e genitori biologici.
- Verifiche regolari dello stato di conservazione: i criocontenitori vengono controllati e riempiti periodicamente con azoto liquido, per mantenere la temperatura costante. La temperatura all’interno dei criocontenitori è monitorata h24 attraverso delle sonde di temperatura collegate a un sistema computerizzato che, in caso di valori fuori dai range, avverte gli operatori di laboratorio attraverso un chiamata.
Quali sono i rischi per i bambini nati da embrioni congelati?
Uno dei quesiti più frequenti riguarda la salute dei futuri bambini. Secondo le più recenti evidenze scientifiche, i bambini nati da embrioni crioconservati non mostrano, un aumento significativo di malformazioni o complicanze a lungo termine rispetto ai bambini concepiti con embrioni freschi o tramite concepimento naturale.
Uno dei quesiti più frequenti, nella crioconservazione degli embrioni, riguarda la salute dei futuri bambini. Secondo le più recenti evidenze scientifiche, i bambini nati da embrioni crioconservati non mostrano un aumento significativo di malformazioni o complicanze a lungo termine rispetto ai bambini concepiti con embrioni freschi o tramite concepimento naturale.
Alcune meta-analisi hanno evidenziato che la tecnica di congelamento ultrarapido (vitrificazione) offre elevate garanzie di sicurezza, con rischi di anomalie congenite simili a quelli della popolazione generale. Tuttavia, vale sempre la pena ricordare che la PMA in generale può essere associata a un leggero aumento di alcune complicanze legate alla gravidanza, come il parto pretermine o il basso peso alla nascita, ma tale incremento è spesso correlato alla causa di infertilità e non tanto al processo di crioconservazione in sé.
Naturalmente, ogni caso va valutato singolarmente, considerando l’età materna, lo stato di salute dei genitori, la qualità degli embrioni e il corretto svolgimento dei protocolli medici. Per questo motivo è sempre consigliabile rivolgersi a un centro di fecondazione assistita qualificato, dove professionisti esperti possano fornire consigli personalizzati e assicurare un’adeguata assistenza durante tutto il percorso.
In conclusione, la crioconservazione degli embrioni costituisce una risorsa preziosa per coloro che desiderano gestire la propria fertilità in modo mirato e sicuro. La continua evoluzione delle tecniche di congelamento, la crescente conoscenza degli aspetti biologici correlati e la disponibilità di dati sempre più solidi su migliaia di cicli di PMA nel mondo garantiscono risultati positivi, offrendo un’ulteriore opportunità a chi desidera diventare genitore. Come sempre, il confronto con il proprio specialista di fiducia rappresenta il primo passo per orientarsi tra le possibilità offerte dalla medicina riproduttiva, beneficiando di un percorso personalizzato e aggiornato alle più recenti evidenze scientifiche.
FAQ – Domande frequenti sulla crioconservazione degli embrioni
Come avviene la crioconservazione del seme?
La crioconservazione del seme si basa sul congelamento del liquido seminale in contenitori appositi, a temperature estremamente basse (−196 °C) mediante l’utilizzo di azoto liquido. Prima di procedere, si esegue un’analisi di laboratorio (spermiogramma e test sierologici) e si aggiungono soluzioni crioprotettive per proteggere gli spermatozoi dai danni da freddo.
Come congelare il proprio seme?
È necessario rivolgersi a un centro specializzato in medicina della riproduzione. Dopo una visita medica e gli esami preliminari, il paziente effettua la raccolta del campione (solitamente per masturbazione in un ambiente dedicato). Il seme viene poi trattato con crioprotettori e sottoposto a un protocollo di raffreddamento graduale per evitare shock termici.
Che cos’è la fecondazione assistita con seme congelato?
È una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) che utilizza spermatozoi precedentemente crioconservati. Una volta scongelato, il seme può essere impiegato in procedure di inseminazione intrauterina (IUI), fecondazione in vitro (FIVET) o iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI), a seconda delle indicazioni mediche.
Per quanto tempo si può conservare lo sperma congelato?
Il periodo di conservazione dello sperma in congelamento non influisce sulla qualità del campione, pertanto può rimanere crioconservato tutto il tempo che si ritiene opportuno. Sono stati documentati casi in cui campioni congelati per oltre vent’anni hanno consentito di ottenere gravidanze senza alcun effetto negativo sulla prole.
È sicuro il congelamento del seme?
Sì, la procedura è considerata sicura e ampiamente validata da società scientifiche internazionali come l’OMS e l’ESHRE. L’uso di crioprotettori e il raffreddamento graduale riducono notevolmente i rischi di danno cellulare. I centri specializzati seguono protocolli rigidi e standardizzati per garantire la qualità e la tracciabilità di ogni campione.
Chi può accedere alla crioconservazione del liquido seminale?
La crioconservazione è disponibile per qualsiasi uomo che desideri preservare la propria fertilità. È spesso indicata per pazienti oncologici prima di chemio/radioterapia, per uomini con patologie croniche o che assumono farmaci potenzialmente dannosi per gli spermatozoi, per chi programma una paternità tardiva o lavora in ambienti a rischio o per le persone che intraprendono un percorso di transizione di genere.
Si può congelare il seme a casa?
No, la crioconservazione richiede ambienti sterili, apparecchiature specializzate e protocolli di sicurezza. L’intero processo (dalla raccolta del campione alla fase di congelamento) deve essere effettuato presso un laboratorio autorizzato e sotto la supervisione di personale qualificato.
Dopo lo scongelamento, la qualità del seme è uguale a quella iniziale?
In generale, possono verificarsi lievi cali nella motilità e vitalità degli spermatozoi. Tuttavia, se la procedura è eseguita correttamente e il seme aveva buone caratteristiche di partenza, le percentuali di fecondazione rimangono elevate.
Ci sono rischi o controindicazioni alla crioconservazione del seme?
I rischi diretti per il paziente sono minimi, in quanto la procedura di raccolta è solitamente non invasiva. Gli esami infettivologici preliminari servono a proteggere sia il paziente sia l’integrità del laboratorio. Eventuali controindicazioni specifiche vengono valutate caso per caso dall’andrologo o dallo specialista in medicina della riproduzione.
Crioconservazione degli embrioni a Napoli
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Fonti Bibliografiche
Guideline Female Fertility Preservation – ESHRE